Il 5 dicembre presso il Comando dei Carabinieri delle Politiche Agricole ed Alimentari a Roma, si è tenuto un interessante incontro, organizzato dall’Unaprol, sul nuovo sistema di tracciabilità dell’olio italiano, erano presenti all’incontro Il Colonnello dei NAC Maurizio Delli Santi, Emilio gatto Direttore Ispettorato per la prevenzione e il contrasto alle frodi del Mipaaf, Pietro Sandali e Massimo Gargano rispettivamente Direttore Generale e Presidente dell’Unaprol e Maurizio Servili dell’Università di Perugia.
Al centro dell’incontro l’analisi degli strumenti e delle norme, in continuo miglioramento, per difendere il testimone più illustre dell’agroalimentare italiano: l’olio extra vergine d’oliva italiano.

Perché è diverso l’olio extra vergine d’oliva italiano? Siamo sicuri che ci sia effettivamente qualcosa di particolare che rende l’olio italiano un’eccellenza che valga la pena difendere?

Rispondere a queste domande significa evidenziare e far conoscere le motivazioni che stanno alla base di un prodotto tipico della produzione agroalimentare italiana ma anche il più soggetto a falsificazioni e contraffazioni.
L’olio italiano è infatti il più imitato e, sotto il nome “Made in Italy”, come attestano i continui sequestri da parte del Corpo dei Carabinieri dei NAS,  si presentano sul mercato oli che nulla hanno a che vedere con le produzioni squisitamente nazionali.
Ad aiutarci in questo cammino alla ricerca dell’olio d’eccellenza, ci vengono in aiuto i numeri. Dall’analisi chimica dell’olio si evincono importanti parametri che ci raccontano la sua provenienza  e le sue qualità.
Perché un olio sia effettivamente un olio d’eccellenza e che si possa quindi affermare che faccia bene alla nostra salute, deve avere dei livelli di tocoferoli, polifenoli, acido oleico, alchil-esteri tali da non essere semplicemente catalogato come olio extra vergine. Analizzando questi parametri emerge che  gli oli italiani hanno sempre livelli di tocoferoli > di 120 mg/Kg, Alchil-esteri < di 30 mg/Kg e Polifenoli da 250 a 930 mg/Kg della Coratina contro i 43 della Arbequina .
Partendo da queste evidenze diventa importante lavorare per creare  una categoria di un olio d’eccellenza italiano che possa essere protetto da contraffazioni  proprio perché “blindato” da parametri stringenti.

Ma perché l’olio italiano è così diverso dagli altri oli sia europei che extra comunitari?

La differenza nasce dal territorio, dalla biodiversità, dall’ambiente. In Italia si possono contare più di 300 cultivar, ogni regione esprime un proprio potenziale fatto di sapori, profumi e gusti differenti. Territori si alternano dalle colline al mare, da argillosi a calcari e sono caratterizzati da grandi differenze climatiche . Sono queste differenze che ci regalano degli oli ricchi, vari e nutrizionalmente importanti. La nostra produzione olivicola è enormemente frammentata con frantoi distribuiti in tutto il territorio nazionale, in Spagna, al contrario, il 74% della produzione è concentrata in Andalusia e tutti gli oli vengono da solo 4 tipi di cultivar.

Che strumenti abbiamo per difendere il nostro olio?

La ricerca a sostegno dell’alimentazione ci fornisce strumenti  validi e fondamentali per scovare le frodi e le sofisticazioni. Il Prof. Servili insieme al Prof. Cruciani e alla dott.sa Baldoni, hanno presentato i primi risultati della ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti Sezione di Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, promossa  dall’Unaprol e cofinanziata dal Mipaaf, per difendere l’olio italiano. Il lavoro è partito dall’utilizzo e dall’identificazione di isotopi stabili dell’olio unitamente alla ricerca di marcatori genetici sul DNA dell’olio ed ha permesso di elaborare un modello statistico in grado di individuale la provenienza di un olio. Il modello, partendo dall’analisi di un campione d’olio, è in grado di indicare se è italiano (indicando anche la regione di provenienza) o piuttosto se si tratta di un olio straniero (indicando se  greco o spagnolo, ecc). Uno strumento importante che ci permette di lavorare in difesa dell’olio nazionale.  

Il 2012 è stato un anno significativo per l’olio italiano, come è stato sottolineato dal Presidente dell’Unaprol Massimo Gargano, grazie all’attenzione che, su più fronti, viene dedicata a questo prodotto.  Le forze politiche attraverso il decreto “Salva Olio Italiano” hanno posto l’accento sull’importanza dell’etichettatura  e sulla necessità di collaborazione con le forze dell’ordine per monitorare il grande passaggio d’olio che avviene nel nostro Paese.  “E’ importante creare una coscienza civile ed una cultura che renda inaccettabile che in Italia non vi siano norme chiare a tutela del prodotto che forse, più di ogni altro, ci rappresenta nel mondo. L’agricoltura e l’olivicoltura sono patrimonio italiano e sono settori importanti per la crescita e la ripresa del nostro Paese. L’identità del nostro territorio deve dettare le nuove regole entro cui inseguire la crescita economica”  a concluso Gargano.

 

Torna su


Informativa Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per proporti servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. X