Il vegetarismo è alla base del nostro modello alimentare mediterraneo per l’80%, come emerso durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Vegetariana che ha visto anche la partecipazione delle signore dell'olio di Pandolea.

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Come si formano le rughe e come si combattono attraverso l’alimentazione e lo stile di vita

Le primissime compaiono verso i 25 anni di età (nell'uomo verso i 30 o poco prima) e sono, per così dire, lievi.

Dopo i 35 iniziano a vedersi un po’ di più e - a meno di un’elevata dose di autostima e profonda accettazione del tempo che passa - sono un cruccio per tutti!
Comunque, indipendentemente da come ci “poniamo” di fronte alle rughe, esse sono inesorabili: non esistono trattamenti - chirurgici o cosmetici che siano - che possano impedire il corso della natura.
Miracoli a parte, la buona notizia è che... qualcosa possiamo fare!

Cosa sono le rughe e come si formano

Le rughe sono solchi della pelle dovuti a cedimenti delle strutture cutanee, segno dell'invecchiamento delle cellule e dei tessuti.
Chiamiamo invecchiamento un insieme di alterazioni varie che, per la maggior parte, sono fisiologiche (legate all’avanzare dell’età e a fattori genetici), ma che risentono molto anche di fattori peggiorativi esterni come:

l’esposizione solare, il fumo, l’abuso di alcolici, l’alimentazione scorretta, l’inquinamento atmosferico e lo stress psico-fisico.
La forte influenza di tutti questi fattori dimostra che alla base dell’invecchiamento cutaneo e di conseguenza delle rughe vi è un meccanismo fisiologico chiamato stress ossidativo, che avviene nel nostro corpo e che consiste in uno sbilanciamento tra fattori ossidanti e difese antiossidanti.
Questo sbilanciamento verso i processi ossidativi è legato alla presenza dei radicali liberi, capaci (purtroppo) di:

  • danneggiare il DNA, accelerando i meccanismi di invecchiamento cellulare;
  • perossidare i lipidi insaturi di membrana generando perossidi lipidici, i quali determinano una maggiore permeabilità delle membrane e che, essendo reattivi, si propagano velocemente, provocando un danno esteso e perdita della funzionalità di membrana, con conseguente invecchiamento dei tessuti;
  • ossidare i gruppi laterali degli amminoacidi, danneggiando la funzione della proteine, ad esempio il collagene.

Il tono, il turgore e l’elasticità (ovvero, i segni della giovinezza) della pelle sono legate alla presenza di fibre collagene, fibre elastiche e sostanza fondamentale, che insieme costituiscono la struttura di sostegno della pelle e resistenza alle sollecitazioni, e che si trovano nel derma.
Con l’avanzare dell’età tali strutture vanno a deteriorarsi progressivamente, e tale effetto è ancora più veloce se è in atto un forte stress ossidativo. La pelle allora non è più in grado di tendersi e rilasciarsi efficacemente per resistere alle sollecitazioni: restano quindi “incise” le depressioni cutanee, ovvero... le rughe!

COME PREVENIRE O COMBATTERE LE RUGHE?
Partiamo dal presupposto che non c’è modo di impedire la formazione delle rughe: l’invecchiamento è fisiologico e qualunque trattamento non potrà mai essere definitivo o risolutivo.
La loro comparsa, però, può essere ritardata e la loro evoluzione rallentata.

I metodi che agiscono direttamente sulla pelle sono vari: dai più delicati (creme cosmetiche a comprovata azione antirughe, iniezioni di collagene e acido ialuronico o biofiller) ai più forti e “invasivi” (peeling chimici, iniezioni di botulino, tecnica ad aghi, bisturi, ecc…).
Naturalmente per avere risultati ottimali sulle rughe e in generale sulla giovinezza della pelle occorre un approccio graduale e globale, sia nella prevenzione che nel trattamento, che coinvolga alimentazione, stile di vita e persino l'atteggiamento mentale.

Ecco i miei consigli, partendo proprio... dal cibo!

ALIMENTAZIONE

Per combattere le rughe è bene iniziare molto presto, alla loro prima comparsa, cercando di potenziare il nostro sistema antiossidante dall’interno.
Un’alimentazione sana con cibi ricchi di vitamine, minerali e altri antiossidanti, oltre a mantenerci in salute, previene le rughe.
E’ importante consumare tantissima frutta e verdura (minimo 5 orzioni al giorno), soprattutto a crudo, cercando di variarla sempre, e seguendo la stagionalità. Più avanti troverete un elenco utile.
A completamento di un’alimentazione che dovrebbe essere in prevalenza vegetale, è suggerito anche l’apporto di:
pesce azzurro, crostacei e semi (ricchi di omega 3, proteine e minerali), legumi e cereali integrali (che forniscono fibre che aiutano l’intestino, proteine leggere da assimilare, carboidrati complessi, minerali) uova, ricche di vitamine, proteine, carotenoidi e minerali (da preparare possibilmente alla coque), yogurt e alimenti fermentati (che migliorano le funzioni dell’intestino e quelle immunitarie, e rendono più bella la pelle) e il nostro amato olio extravergine d’oliva (da preferire rispetto ad altri condimenti perché, oltre che di lipidi insaturi, è ricco di vitamina E e polifenoli, potenti antiossidanti).

Da limitare, invece, gli alimenti confezionati o con conservanti, le preparazioni molto elaborate, gli alcolici, i formaggi stagionati, salumi e insaccati, le fritture e i metodi di cottura che lasciano parti bruciate sui cibi. Tutti alimenti che sovraccaricano fegato e intestino e possono fungere da stimolo ossidativo e pro-infiammatorio.
Un’altra corretta abitudine è quella di evitare di assumere alimenti troppo zuccherati, in particolare prima del riposo notturno. Questo perché un elevato valore glicemico nel sangue, cronicizzandosi, può portare alla glicazione delle fibre collagene e dell’elastina: le molecole di glucosio si legano a queste proteine fibrose che diventano più rigide e fragili, con inevitabile perdita di elasticità della pelle.

Non bastano le cremine, dunque, a combattere le rughe.
Se nella nostra quotidianità sono presenti fattori come il fumo di sigaretta, l’inquinamento ambientale, lo stress lavorativo o psicofisico, il cibo confezionato, la mancanza di sport e di vita all’aria aperta, l’esposizione eccessiva ai raggi UV del sole o delle lampade… la cosa da fare è ridurli, e allo stesso tempo bilanciarli con uno stile di vita migliore e l’introduzione di cibi antiossidanti.

A proposito di cibi antiossidanti, esistono alimenti che hanno ad esempio la capacità di assorbire i radicali liberi e potrebbero quindi impedire loro di propagarsi e di estendere il danno alle cellule vicine. Questa loro capacità è stata scientificamente calcolata e si chiama Unità ORAC (Oxigen Radical Absorbance Capacity) e rappresenterebbe una misura del potere antiossidante.
Per ostacolare l’invecchiamento cutaneo e, quindi le rughe, si dovrebbero assumere, ogni giorno, almeno 2000 unità ORAC.
Uso il condizionale poiché non vi sono prove certe che i valori ORAC dei vari alimenti siano direttamente correlati ai loro effetti biologici, a causa dei limiti di questa metodica analitica in vitro. Però ci possono dare certamente un’idea di base, un punto di partenza per migliorare la nostra alimentazione.

Ecco una classifica del “potere antiossidante” dei cibi con le rispettive unità ORAC:

1) Carciofi (9828 unità ciascuno)
2) Succo di melograno (6000 unità per 100 g)
3) Succo d’uva nera (5216 unità per un bicchiere)
4) Mirtilli (3480 unità per una tazza)
5) Pere (3000 unità ciascuna)
6) Melanzane (2463 unità ciascuna)
7) Peperoni rossi (2463 unità ciascuno)
8) Spinaci cotti (2042 unità a porzione)
9) Cipolle rosse (1900 unità a porzione)
10) Barbabietola cotta (1800 unità per 100 g)
11) Prugne nere (1500 unità per 3 unità)
12) More e frutti di bosco (1500 unità per 100 g)
13) Prezzemolo fresco (1473 unità per 2 g)
14) Cavoli di Bruxelles cotti (1400 unità per 100 g)
15) Kiwi (1220 unità a frutto)
16) Pompelmo rosa (1200 unità ciascuno)
17) Fragole (1200 unità per 100 g)
18) Succo di arancia (1150 unità per un bicchiere)
19) Arancia (1000 unità per ciascuna)

Naturalmente la lista è incompleta e i valori sono approssimati: volevo giusto darvene un’idea.

Diversi studi, comunque, hanno dimostrato che la pelle di chi si nutre regolarmente di frutta e verdura ha una maggiore elasticità e tonicità, e quelli più recenti indicano una capacità addirittura in grado di prevenire l’elastosi solare in pazienti con cancro alla pelle*.

Concludo il tema alimentazione con l’invito a depurarvi sempre ai cambi di stagione e a raggiungere gradualmente il vostro peso forma. La restrizione calorica, infatti, attiva positivamente le sirtuine, ovvero le proteine mediatrici dell’invecchiamento, della resistenza allo stress e delle malattie degenerative.
Evitate però le diete lascio-prendo: perdere chili per poi riprenderli stressa eccessivamente la cute, oltre che il resto dell'organismo.

ATTIVITÀ FISICA
E’ bene potenziare, con un’attività sportiva costante, i sistemi antiossidanti interni al nostro organismo. Il nostro corpo è in grado di ossigenarsi, espellere le tossine e rigenerarsi, soprattutto quando lo manteniamo in un sano movimento, e di ciò ne beneficia anche la pelle.

RIPOSO
Importante tanto quanto l’attività fisica, il riposo serve a rigenerare il corpo ma anche una mente stressata, che può influire negativamente sulla fisiologia corporea.
Durante il riposo notturno, preferire la posizione supina a quella prona. Chi dorme a pancia in giù tende ad avere più rughe sul volto di chi dorme a pancia in su!

ACQUA
L’idratazione è importantissima per prevenire rughe e invecchiamento. La sostanza fondamentale, che si trova nel derma, è un gel fluido, ossia è acqua “ingabbiata” da strutture fibrose e reticolate. Questo gel nel nostro corpo è responsabile del turgore della pelle: è per questo che bere molta acqua contribuisce, oltre che all’idratazione cutanea e alla capacità di espellere le tossine, anche a mantenere il tono dei tessuti. Inutile che ve lo dica: bevete almeno due litri di acqua al giorno.

SOLE
Il sole fa bene all’organismo ma va preso con moderazione, per evitare la comparsa precoce di rughe. I raggi UV innescano una rapida produzione di radicali liberi, responsabili del danno ossidativo e dell’invecchiamento cutaneo: è importante perciò utilizzare creme solari ad alta protezione ed evitare l’esposizione prolungata o nelle ore più calde. In inverno invece devono fare attenzione le persone che lavorano molte ore all'aperto: meglio che si proteggano come se fossero in spiaggia!

FUMO E INQUINAMENTO
Alcune sostanze che respiriamo possono aumentare la quantità di radicali liberi e contribuire alla senescenza cutanea. E’ d'obbligo smettere di fumare, per preservare sia la salute degli organi interni, sia la bellezza della pelle, e cercare di allontanarsi appena possibile dalla città, facendo “bagni” di campagna, insomma... stare il più possibile a contatto con la natura.

STRESS PSICO-FISICO
E’ essenziale mantenere bassi livelli di stress, cercando di vivere in armonia con se stessi, con gli altri e con i ritmi della natura. Praticare uno sport non troppo impegnativo ma costante nel tempo aiuta il tono dell’umore, e se è all’aria aperta è ancora meglio. Concedersi un massaggio o pratiche di rilassamento e meditazione può aiutare a distendere i lineamenti e a ritardare le rughe, oltre che ad aumentare la salute e il benessere del corpo e della mente.

Insomma, prenderci cura di noi stessi - in tutti i sensi - ci aiuta a star bene, ad essere “belli” nel senso più ampio del termine, al di là delle rughe.

Diana Malcangi, Chimico Cosmetologa

I cibi autunnali come ingredienti di bellezza

In autunno la pelle si rinnova naturalmente e può apparire più secca, fragile, priva di elasticità. Scopri i trattamenti “di stagione”, naturali e fai-da-te, per ridarle nuovo vigore e luminosità e combattere rughe, desquamazione e ipersensibilità.

Dopo un inizio d’autunno caldissimo e pieno di colori e bellezza, ecco che il periodo pre-natalizio ci porta il freddo, che inizia a farsi sentire e vedere col suo umido e pungente grigiore. Un grigiore che, purtroppo, inizia a fare capolino anche sulla nostra pelle.

Forse l’avete notata più sottile del solito, più secca, priva di tono e luminosità, talvolta tendente a una lieve desquamazione, in alcuni casi arrossata o già “sensibilizzata” agli sbalzi di temperatura.

 

Perché accade tutto questo?

Perché anche la nostra pelle che sta facendo il suo... cambio di stagione, ovvero il passaggio da temperature miti a quelle più rigide dell’inverno.

Il desquamarsi della pelle, in questo periodo, fa parte del naturale processo di rigenerazione cellulare che porta in superficie le cellule vecchie, necrotiche, per eliminarle, e nel frattempo lavora a livello profondo per sostituirle con cellule nuove e vitali. 

Gli arrossamenti, invece, sono legati al fatto che, coi primi freddi, il sangue viene richiamato all’interno del corpo (serve a irrorare meglio gli organi vitali) e, di conseguenza, sarà meno disponibile in superficie, perciò porterà minore nutrimento e ossigenazione alla pelle. E una pelle priva di nutrimento ha anche meno protezione, e può andare perciò incontro, oltre che alla desquamazione e alla sensazione di “pelle che tira”, anche a bruciori e arrossamenti.

L’epidermide è una struttura viva che si rigenera costantemente, e questo processo è indispensabile per la sua salute (e la nostra bellezza).
Se tale rinnovamento viene rallentato (da inquinamento, fumo, raggi UV, stress ossidativo o dall’avanzare dell’età) si può avere una graduale perdita di tono e luminosità cutanea, la pelle può diventare più sottile e fragile e si può avere un aumento delle rughe. E, per di più, le temperature rigide possono peggiorare la situazione.

E’ indispensabile perciòfacilitare la naturale rigenerazione della cute e allo stesso tempo nutrirla intensamente, per consentirle di affrontare la stagione fredda in perfetta salute.

Per fortuna, gli ingredienti di stagione, oltre che far bene al nostro organismo quando li consumiamo come alimenti, sono rimedi eccellenti anche per prenderci cura della nostra pelle.

Come si fa ad “aiutare” il rinnovamento cutaneo?

Questo straordinario processo può essere promosso agendo proprio sullo strato più esterno delle cellule della cute, ovvero con l’esfoliazione:  se rimuoviamo le cellule morte dello strato corneo (quello più superficiale), allora lo strato basale (più profondo) sarà maggiormente sollecitato a produrne di nuove. Al contempo, però, va garantito un nutrimento adeguato, per mantenere la pelle idratata, soda ed elastica, e proteggerla da un eccesso di esfoliazione, che peggiorerebbe le cose.

Ecco alcuni trattamenti naturali e fai-da-te da preparare con gli ingredienti che abbiamo a disposizione in questo periodo: castagne, zucca, cachi, mandarini e olio extravergine d’oliva “nuovo”.


1) Esfoliare, con la farina di castagne

Il primo passo da fare per liberare la pelle dagli accumuli di cellule morte e levigare le zone soggette a desquamazione è l’utilizzo di uno scrub delicato, che elimini la parte esterna più secca o spenta, e renda la cute pronta a ricevere i benefici dei trattamenti successivi.
Potete prepararlo mescolando 3 cucchiaini di farina di castagne con 1 cucchiaino di olio d’oliva e un pochino d’acqua calda, quanto basta per ottenere la consistenza di una crema.
Il composto ottenuto va applicato sulla pelle umida e massaggiato, poi risciacquato.

Il trattamento esfoliante va eseguito massimo una volta alla settimana, e subito dopo è importante applicare una maschera o una crema nutrienti.


2) Purificare e nutrire con dolcezza,
con zucca e cachi

Dopo l’effetto strong dello scrub, si passa alla dolcezza purificante e nutriente di una maschera a base di zucca, perfetta per le sue proprietà lenitive, idratanti e rivitalizzanti.
Per realizzarla, basta unire 2 cucchiai di polpa di zucca (cotta e poi schiacciata con una forchetta), 1 cucchiaino di olio d’oliva, 1 cucchiaino di farina per addensare. Mescolare con cura e poi applicare la miscela sul viso. Tenere in posa per 20 minuti poi risciacquare. Da ripetere 1 o 2 volte alla settimana per una pelle morbidissima e luminosa.
In alternativa alla zucca, si può utilizzare la polpa di mezzo cachi schiacciato.

Hanno effetti complementari: la zucca è lenitiva e purificante, il cachi è rivitalizzante e illuminante. L’ideale è alternarli.

3)  Idratare e nutrire la pelle ogni giorno, con l’olio extravergine d’oliva

Quale miglior rimedio per prendersi cura della pelle quotidianamente dell’olio extravergine d’oliva? Questo periodo è il migliore per apprezzarne i benefici sulla pelle, perché l’olio è “nuovo”, perciò incredibilmente ricco di antiossidanti. Perciò, oltre a proteggere la pelle dal freddo, mantenendola morbida ed elastica, ha un “plus” antiage che neutralizza i radicali liberi.

Si può utilizzare come detergente e struccante (rimuove sebo e impurità agendo per “affinità”), versandolo a gocce su un dischetto di cotone, insieme a un po’ d’acqua calda, e strofinandolo delicatamente sul viso. Cestinare il dischetto sporco e ripetere l’operazione, finché sul dischetto non ci sono più tracce di grigiore.

Questo trattamento è ideale per le pelli mature, secche e sensibili, e anche per le pelli miste che in questo periodo dell’anno hanno maggiore necessità di nutrimento. Può essere fatto tutte le sere, per liberare i pori della pelle da trucco e smog, e nutrire la pelle al pari di una crema idratante. 


4) Tonificare, col mandarino

Per completare la pulizia, facciamoci deliziare dal mandarino, il cui profumo inonda le nostre case nel periodo pre-natalizio.

Basta mettere 2 cucchiai d’acqua (o infuso di camomilla) in una tazzina, aggiungere 5-6 gocce di succo di mandarino e utilizzare questa miscela come tonico per il viso, per completare la pulizia.

E’ indicato soprattutto per le pelli miste, grasse e soggette a impurità: in questo caso va utilizzato dopo il trattamento n.3 appena descritto, per rimuovere l’eccesso di olio.

Ridiamo luce al nostro volto: questo week end ritagliamoci un’ora di tempo per rilassarci e far gustare, anche alla nostra pelle, le delizie dell’autunno.

 

Diana Malcangi, Chimico Cosmetologa

 

www.studio-cosmetici.it

Olio di oliva, farina, mandorle, miele, frutta.... Non si tratta della ricetta di un dolce, bensì di nuovissimi, o antichissimi, prodotti cosmetici, completamente naturali, che possiamo realizzare noi stessi nella cucina di casa nostra. A Corato (BA) e nello spazio Pandolea a Expo ci sarà da divertirsi e imparare: è questo lo scopo del laboratorio-workshop “Cibo per la Pelle”.


Cibo per la Pelle è un progetto concepito per dare una risposta autentica all’esigenza di una cosmesi naturale ed ecologica: durante il workshop-laboratorio è possibile creare con le proprie mani dei prodotti cosmetici (maschere, lozioni, creme) realmente naturali ed efficaci a base di ingredienti freschi, migliori di tanti prodotti industriali che si fregiano dell’etichetta “naturale” ma che spesso di naturale hanno ben poco.

A differenza di quanto accade nel settore food, nel mondo cosmetico non esistono infatti leggi che regolino l’uso delle parole “naturale” e “biologico” sui prodotti. In sintesi le aziende possono scrivere più o meno ciò che vogliono per reclamizzare il loro prodotto, cavalcando l’onda di questa esigenza da parte dei consumatori e soddisfacendola solo a parole.

Come fa il consumatore a difendersi dagli inganni del marketing dei cosmetici naturali?

In tre modi:

Il primo è quello di acquistare prodotti certificati: esistono diversi enti (NaTrue, Soil Association, Cosmos, BDIH, ecc...) che, dopo un attento esame delle caratteristiche del prodotto e dei suoi ingredienti, concedono l’uso del loro marchio di certificazione per il cosmetico naturale e biologico.

Il secondo è quello di leggere, o meglio, decifrare e interpretare la lista ingredienti dei cosmetici (nomi INCI) riportati sul retro della confezione, assegnando a ciascuno un certo grado di naturalità e poi facendo il bilancio complessivo: compito non facile per chi non mastica pane e chimica tutti i giorni...

I cosmetici industriali, però, poichè sono destinati a durare molto sugli scaffali, devono inevitabilmente contenere sostanze di sintesi (es. conservanti e additivi vari), perciò possiamo tranquillamente dire che tra i prodotti confezionati il naturale vero non esiste, ad esclusione forse di qualche mix di olii vegetali.

La terza opzione è quella che ci garantisce appunto la totale naturalità dei prodotti, la qualità degli ingredienti usati e l’efficacia nutritiva dei loro principi attivi: l’autoproduzione!

Ovvero, farsi i cosmetici da soli con ingredienti alimentari.

Shampoo, creme, maschere, lozioni toniche, possono tutti essere realizzati nella cucina di casa nostra, attingendo esclusivamente ai cibi.

Tutto a vantaggio della nostra pelle, dell’ambiente e, perché no, delle nostre tasche, visto che il costo di questi “cosmetici” realizzati da noi è davvero bassissimo.

Direte voi: E’ davvero possibile? Come faccio a sapere quali ingredienti usare e come combinarli tra loro?

In rete è già possibile trovare varie ricettine di cosmetici naturali, però questi sono spesso a base di olii essenziali (che possono dare qualche problema di tossicità) oppure includono anche ingredienti non alimentari e di difficile reperibilità, come la glicerina, la gomma xantana o i conservanti chimici: chi parte con le migliori intenzioni di farsi una cremina in casa è spesso scoraggiato.

La sfida allora è quella di realizzare cosmetici fai da te utilizzando esclusivamente ingredienti alimentari, tutti di facile reperibilità o addirittura di stagione.

Questa sfida è stata raccolta con entusiasmo dall’associazione Pandolea, che da sempre propone progetti e attività aventi come obiettivo l’educazione alla sana alimentazione, all’artigianalità e alle pratiche sostenibili, per adulti e ragazzi.

Attraverso il workshop-laboratorio “Cibo per la Pelle”, da me condotto, spieghiamo al pubblico come realizzare veri cosmetici naturali a base di olio, riso, miele, yogurt, farina e altri ingredienti alimentari che abbiamo già in cucina o che possiamo facilmente trovare al minimarket o dal fruttivendolo sotto casa.

Alimenti ricchissimi di vitamine, proteine e sali minerali che oltre a nutrirci, fanno benissimo alla nostra pelle, ciascuno con la sua specifica funzione.

Il pubblico potrà vedere con i suoi occhi come si preparano creme idratanti, maschere anti-acne, lozioni rinfrescanti, dentifricio, e potrà partecipare, se vuole, alla preparazione.

Lo scopo è quello di far conoscere le varie sostanze da un punto di vista ”alternativo” e utilizzarle per prenderci cura della nostra pelle, rispettando le sue esigenze specifiche.

 Cibo per la Pelle è tante cose:

- è l’alimento fresco che con le sue particolari caratteristiche fa bene alla nostra bellezza, oltre che alla nostra salute;

- è la riduzione dell’inquinamento e degli sprechi (pensiamo alle confezioni dei cosmetici: vetro per i vasetti, plastica per i coperchi, carta per l’astuccio esterno, cellophane per il rivestimento finale; per non parlare degli ingredienti inquinanti...): se prepariamo piccole quantità di cosmetici freschi, volta per volta, usando solo contenitori lavabili e riutilizzabili ci prendiamo cura anche dell’ambiente;

- è la riscoperta della manualità, quel “mettere le mani in pasta” di cui si è persa memoria e di cui abbiamo bisogno per tenere lontane le tossine dello stress;

- è una formidabile sollecitazione alla creatività e al piacere che ne deriva, un piacere che possiamo anche condividere prendendoci cura delle persone che amiamo;

- è un incontro che valorizza la bellezza intesa come benessere psico-fisico e come il prenderci cura di noi stessi nel rispetto dell’ambiente.

Dove e quando?

Le prossime date del workshop Cibo per la Pelle, curato dall’associazione Pandolea, saranno:

- il 4 ottobre 2105 alle ore 10:30 in Puglia nella città di Corato (BA) presso il Palazzo Gioia, nell’ambito del palinsesto di “Verso Sud” (festival su arte, poesia, tipicità locali, eccellenze gastronomiche e vita nei piccoli paesi) in collaborazione con Girolio.

- il 10 Ottobre alle ore 10:30 a Expo 2015, incentrato sul tema della nutrizione e sulla sostenibilità. L’evento si svolgerà nello spazio ME and WE – Women for Expo (cardo nord-ovest, al primo piano), in una mattinata dedicata all’universo femminile: le donne, con la loro poliedricità, affettività, maternità, professionalità e socialità sono da sempre le detentrici della nutrizione e le destinatarie ideali di un messaggio di bellezza naturale.

In fondo, la natura è femmina.

Carciofi all’olio o al burro?
Caravaggio, i vicoli della Roma del ‘600 e le cortigiane


Se si chiede a una storica dell’arte di scrivere su olio e donne, il rischio è che possa azzardare delle accostamenti inconsueti. Se poi la storica dell’arte è anche una convinta ambientalista allora tutto si fa più complicato: significa aggiungere a temi complessi quale l’olio e le donne una particolare sensibilità per la conservazione del patrimonio storico artistico e paesaggistico, il tutto ‘condito’ da una passione viscerale per le due ruote.


La bicicletta è lentezza esistenziale, ‘spazio’ privilegiato, in cui trovare quel filo sottile che lega la storia stratificata nelle strade e sulle facciate di edifici con la propria storia interiore. Il ritmo dolce delle due ruote sulle geometrie imprevedibili dei Sampietrini che spaccano la schiena su e giù per il Campo Marzio per circa 30 km tra casa e lavoro mi ha fatto venire il desiderio di raccontare dei bassifondi della Roma del ‘600.


Mi scuso fin d’ora se Il mio racconto sarà disordinato e i vari temi non saranno trattati in modo esaustivo ma l’unico intento di queste righe è di suscitare curiosità! A mia parziale discolpa dirò che il tutto è strettamente legato alle suggestioni che mi colpiscono nel mio percorso in biciclettadurante il quale mi perdonel ritmo vorticoso della cupola della chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, nelle linee austera della facciata di San Luigi del Francesi e poi nella vivacità della piazza di San Lorenzo in Lucina.


Questa storia - ambientata tra i vicoli delle contrada della Scrofa non distante da Piazza Navona - inizia con un piatto di carciofi. E’ il 24 aprile del 1604, siamo all’ Osteria del Moro in via della Maddalena e ad ordinarli è un milanese che si è stabilito a Roma da alcuni anni. La questione fondamentale è se siano all’olio o al burro. Una domanda fondamentale! Personalmente preferisco i carciofi conditi con abbondante olio l’oliva, aglio e mentuccia, come vuole la migliore tradizione romana. Il garzone però, un certo Pietro da Fusaccia, non è in grado di rispondere e pensa bene di prenderne uno e di metterselo elegantemente al naso.Davvero troppo per non scatenare la risposta violenta di un carattere irascibile quale quello di Michelangelo Merisiche afferra il piatto e glielo tira in faccia dopo avergli gridato: “se ben mi pare, becco, fottuto, ti credi di servire qualche barone’.


Diversamente da quanto si pensa Caravaggio non è solo l’artista che frequenta i bassifondi della città. La sua biografia si presta bene ad essere letta con quei contrasti radicali di luce ed ombra che caratterizzano la sua pittura: lo dobbiamo immaginare invece nei salotti più importanti di Roma, quali Palazzo Madama, attuale sede del Senato dove tra il 1597 e il 1601 è stato ospite del potente Cardinal Del Monte attraverso il quale è entrato in contatto con gli intellettuali e i mecenati di maggior rilievo del tempo.


Quando pensiamo a Caravaggio e il cibo la nostra mente va inevitabilmente ai brani meravigliosi di natura morta nei suoi dipinti quali la trasparenza di caraffe di vino, il colore intenso dei frutti, il pane spezzato sulla tovaglia candida. Raramente immaginiamo il pittore a tavola. Eppure presso i suoi committenti doveva prendere parte a banchetti sontuosi caratterizzati da lunghi cerimoniali di servizio. La cucina al suo tempo era ancora strettamente legata al calendario liturgico che proibiva il consumo di carne in alcuni giorni della settimana, durante la Quaresima e di prodotti di origine animale per le vigilie. L’olio veniva usato soprattutto nei giorni di magro in sostituzione dello strutto e del burro. Se nei paesi del nord Europa vi era un olio scadente, di coloro scuro e dal sapore rancido quello che doveva degustare Caravaggio doveva essere certamente di migliore qualità.


Non ci è dato di sapere se i carciofi all’origine della disputa all’osteria del Moro fossero al burro o all’olio a mio avviso l’unica cosa importante di questo aneddoto ed è per questo che ho voluto riportarlo è che ancora emergono documenti sul grande maestro lombardo.


Uno dei ‘ritratti’ più caratterizzanti del pittore ci è stato consegnato dalla testimonianza di un certo Luca, figlio di un barbiere che descrive il pittore come “un giovenaccio … con poca di barba negra grassotto con ciglia grosse et occhio negro, che va vestito di negro non troppo bene in ordine che … porta li capelli grandi longhi dinanzi …”. Parole emersein un altro atto giudiziario relativo all’aggressione di un musico.


Queste e altre informazioni fondamentali per la conoscenza della vicenda umana ed artistica del grande pittore lombardo non le avremmo avute se non fossero stati salvati e restaurati i documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Roma.


L’aspetto più inquietante di questa vicenda è che questo materiale lo avremmo perso perché i continui tagli alla cultura han fatto sì che non ci fossero fondi per la conservazione ed il restauro dei documenti. Parliamo di 10 volumi - poca cosa rispetto agli oltre 60 km di scaffali conservati all’ombra della cupola di Sant’Ivo alla Sapienza- e del costo di 2.500 euro a volume. Una cifra irrisoria per deacidificare la carta corrosa dagli inchiostri e ridare forza ai sottilissimi fogli in cui sono stati scritti ordini di cattura, atti giudiziari… tessere di storia.


Una corsa contro il tempo, specchio di un paese che fatica a salvaguardare il proprio patrimonio; se non ci fosse stato un nome di grande richiamo quale quello di Caravaggio e una grande mobilitazione gli inchiostri acidi avrebbero continuato a divorare inesorabilmente le carte.


Questa volta la vicenda ha avuto un esito positivo e allora possiamo sapere dell’arresto di Caravaggio nei pressi di Piazza Navona per detenzione abusiva di armi e della sua frequentazione in un contesto di nobili e alti prelati con alcune cortigiane. I volti di queste donne a volte li ritroviamo in alcuni suoi dipinti come avviene ad esempio per Maddalena Antognetti nei panni ‘improbabili’ della Madonna di Loreto nella chiesa di Sant’Agostino.


Tra queste una figura che ha colpito la mia sensibilità è Fillide Melandroni arrestata per essere stata colta fuori dalla zona riservata alle prostitute, i cosiddetti ‘ortacci’, nei pressi del Mausoleo di Augusto. Aveva solo 13 anni!


Fillide, come afferma in un documento, aveva avuto “conoscenza carnale” con Ranuccio Tomassoni che avrà un ruolo fatale nella vita di Caravaggio.La donna aveva tentato di emanciparsi dalla strada, un nobile Giulio Strozzi si era innamorato di lei: era una cortigiana di alto livello, frequentava letterati. Lo Strozzi aveva chiesto a Caravaggio di dipingerne il ritratto; avrebbe voluto sposare Fillide ma la famiglia si era opposta all’unione.


Quando passo con la bicicletta nei presso di San Lorenzo il Lucina penso a Fillide sepolta fuori del sagrato della chiesa perché aveva rifiutato la confessione e la comunione. Mi commuovo all’idea che nell’inventario dei suoi beni siano citati gli orecchini con le perle che indossava nel ritratto di Caravaggio. A volte il destino gioca strani scherzi ma l’avventura di Caravaggio a Roma si chiude drammaticamente nel 1606 quando in una lite durante una partita a pallacorda ferisce a morte Ranuccio Tomassoni. Dovrà lasciare la città per sfuggire alla condanna a morte.


Di Fillide non ci rimane neanche il ritratto che le aveva fatto Caravaggio. Le guerre non distruggono solo la dignità degli uomini ma anche i capolavori più alti che alcuni di essi ci hanno lasciato: il dipinto, conservato a Berlino è andato perduto nella Seconda Guerra Mondiale.


A noi non resta che sperare che il nostro paese sarà abbastanza lungimirante oppure minimamente intelligente da conservare e difendere il nostro incomparabile patrimonio paesaggistico e storico artistico.
E’ una scommessa di ampio respiro!

Paola Suraci - storica dell’arte, per la rubrica TESSERAE

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