Perché un’associazione di donne dell’olio? Perché un gruppo di donne si sono ritrovate insieme e hanno valutato di avere in comune esperienze, realtà, problemi e passioni da mettere intorno a un tavolo comune. Altre donne si sono presto unite a loro e oggi l’associazione conta oltre 40 socie che hanno in comune l’interesse nel promuovere la cultura dell’olio extravergine.
Le donne fondatrici di questa associazione hanno la caratteristica di essere in prima persona produttrici. E pure se l’associazione è aperta a tutte le donne che hanno comunque un ruolo nel mondo dell’olio e nella diffusione della cultura dell’extravergine di qualità, il collegamento diretto alla produzione è l’elemento che maggiormente la caratterizza.
Così, le socie di Pandolea mettono in comune le loro conoscenze, il loro lavoro e la loro esperienza per promuovere la cultura dell’olio in Italia, specialmente tra i più giovani. Per esempio, organizziamo attività nelle scuole primarie e secondarie, (in particolare per gli studenti delle scuole agrarie e degli IPSSAR) proponendo pane olio come merenda alternativa e più rispetto a quelle preconfezionate, o organizziamo visite alle aziende per mostrare come viene prodotto l’extravergine. Pandolea lavora anche in stretta collaborazione con Unaprol e con il Corpo forestale dello Stato per diffondere una migliore conoscenza delle giuste procedure di etichettatura per gli oli Dop e Igp. Inoltre, organizziamo brevi tour sul territorio aperti al pubblico per spiegare ai partecipanti da dove viene il prodotto e come sceglierlo al meglio.
“Il nostro obiettivo – dice la Presidente Loriana Abbruzzetti– è aiutare soprattutto i giovani consumatori ad allenare il palato all’extravergine e a riconoscere le differenze tra un prodotto e l’altro in base alle caratteristiche di provenienza. Rispetto ai prodotti industriali, tutti uguali, il vero extravergine 100% italiano è caratterizzato da tantissime sfumature diverse e da un gran patrimonio di tipicità: imparare a conoscere questi aspetti puo’ aiutare i consumatori a riconoscere e scegliere la qualità”.
Perche' Pandolea
Una parola inventata che riprende nell’emozione del suono il mito di Pandora, la donna–madre-generatrice con la doppia valenza di “colei che tutto dona” - questo il significato del nome greco - nel male (dal suo vaso usciranno i guai per gli uomini, rei di essersi impadroniti del fuoco), ma anche nel bene perché nel vaso rimane chiusa la Speranza.
Pandolea, però, non è Pandora. Anche se dall’orcio dove è rimasta chiusa la Speranza forse può uscire qualcosa di buono dopo che sono già stati seminati tutti i dolori.
Sta di fatto che nel mondo dell’olio - dominato forse ancor più di quello del vino da una impronta maschile legata anche a tradizioni rurali antiche – l’essere donna può portare davvero una speranza: la speranza che la sensibilità e la passione prevalgano sul mero commercio, che il gusto e la propensione alla degustazione portino prodotti sempre migliori, che l’essere donne e quindi che l’essere generatrici-madri, porti anche a una maggiore sensibilità per l’ambiente, per il paesaggio, per il rispetto di un’agricoltura e di una produzione sostenibile.
Insomma, che i valori dell’essere donna si trasfondano anche nel mondo dell’olio.